“Peso 260 Kg,non lasciatemi morire”

Fonte: www.tgcom.mediaset.it

Andrea Notari ha 42 anni è di Carpi, pesa 260 Kg e dal 2005 è prigioniero del suo letto. Da oltre 17 anni lotta con il suo corpo e con gli esiti catastrofici di un’operazione che avrebbe dovuto risolvergli i problemi di obesità di cui era affetto e che invece l’ha gettato in un inferno. Il suo calvario inizia nel 1990, quando si rivolge a una clinica privata per una diversione bilio-pancreatica (Dbp), un complicato intervento volto alla creazione di un malassorbimento selettivo per i grassi e a una drastica riduzione di peso.

Lo opera uno specialista, un guru e un pioniere del settore. In un anno perde novanta chili, poi inizia a stare male. Andrea viene colto da crisi epilettiche, lamenta difficoltà nella velocità dei pensieri, presenta infiammazioni varie e pesanti cali vitaminici. Si rivolge al medico che l’ha operato, che, dopo varie peripezie, lo rimbalza in altri istituti pubblici, dove viene ricoverato.

La sua situazione però non migliora e dopo oltre un anno e un lungo ed estenuante confronto con il suo specialista finisce nuovamente sotto i ferri. Gli spiegano che ha un morbo “rarissimo” e non meglio precisato, che la Dbp non è compatibile con il suo stato di salute e che è necessario smantellare la deviazione chirurgica. Giornalista e laureato in psicologia, Andrea cerca la forza dentro di sè per non sprofondare, e affronta un nuovo intervento. L’operazione sembra avere buon esito. Per qualche tempo i problemi paiono svaniti, poi un nuovo crollo. Andrea ha dolori ovunque e si rivolge a numerosi specialisti. Gli diagnosticano delle dolorosissime aderenze dovute alla prima operazione e nel 1996 è di nuovo in sala operatoria. La storia si ripete anche nel 1997, con un nuovo intervento chirurgico.

Nel frattempo Andrea riprende ad ingrassare e inizia una nuova via crucis fatta di consulti medici e visite private costosissime. Esito: molte promesse, ma nessun rimedio alla sua sofferenza. Il suo stato di salute peggiora col passare del tempo e nessuno riesce a trovare un rimedio per far fronte alla sua situazione. Andrea, già invalido civile a causa della prima operazione, viene abbandonato anche dalle istituzioni, ma non dalla moglie, Maura, che gli sta accanto, lo assiste e lo conforta nei momenti più difficile. In poco tempo, nel 2005, il suo peso cresce fino a 260 Kg e un’atrosi lo inchioda al letto.

Da allora non è più uscito dalla sua stanza e non è riuscito nemmeno a ottenere un’assistenza sanitaria di accompagnamento. I costi da sostenere sono molto alti e non è semplice trovare tutte le risorse necessarie. Ma i problemi economici non sono l’unico pensiero di Andrea, che ora ha deciso di rendere pubblica la sua storia perché non si ripetano casi simili e per chiedere aiuto con tutti i mezzi a sua disposizione. “Se c’è qualcuno, medico o chirurgo, che può aiutarmi, si faccia avanti: non lasciatemi morire – ci ha detto – Non voglio un miracolo, voglio solo poter tornare ad uscire, camminare, andare in un mercato, tornare a vivere”. Per contattarlo ci ha lasciato una mail (andrea-notari@libero.it). Aiutiamolo ad avverare il suo sogno.

Stefano Ronchi

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