Obeso? C’è poco da ridere

Sei obeso? Sei nei guai! Far comprendere all’opinione pubblica questo semplicissimo concetto risulta sempre più difficile. “Eppure il rischio cardiovascolare di una persona obesa anche giovane, è pari o spesso superiore a quello di un infartuato”, fa notare Antonella La Manna, che da 15 anni segue i pazienti gravemente obesi, diabetici e non, all’interno della Unità di Medicina Generale dell’IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia.
“Il fatto è che nella mentalità comune la persona obesa è associata a valori positivi, sdrammatizzanti, spesso fa simpatia”, nota La Manna, “vedere sei grandi obesi in una stanza muove al sorriso, mentre sei infartuati in una unità di terapia intensiva danno una sensazione di pena e preoccupazione”. Insomma manca ancora il giusto allarme sociale nei confronti della obesità. Chi è obeso non si rende conto del problema e spesso le famiglie e gli amici non lo aiutano a comprendere la gravità del problema.
“Noi seguiamo soprattutto i grandi obesi, persone con un indice di massa corporea superiore a 40. Nonostante abbiano un peso doppio rispetto a quello ideale, molte di queste persone vengono da noi per ragioni estetiche, o perché sentono qualche fastidio alle articolazioni. Pochissimi hanno la percezione della gravità delle condizioni cardiovascolari e metaboliche che l’obesità ha creato in loro”, nota il medico pavese.
E voi cosa fate per creare la giusta percezione?
Li ricoveriamo! Questo serve loro a inquadrare correttamente la situazione: ‘gravemente obeso = gravemente malato’ e ci permette di svolgere tutti gli esami del caso.
Ovviamente la persona obesa avrà tutti i parametri metabolici fuori posto…
Tutti no, non dimentichiamo che spesso l’obeso ha molto grasso sulle gambe e sulle natiche ma relativamente poca ‘pancetta’ ed è quello l’adipe con le maggiori conseguenze sulla sindrome metabolica. Sicuramente troveremo una insulinoresistenza e spesso un diabete franco, frequenti sono le ipertensioni arteriose, frequentissime le dislipidemie e le ipercolesterolemie. Ma troviamo anche segni di insufficienza venosa, danni alle articolazioni e alle ossa dovute al peso. Senza contare le complicanze respiratorie e sullo stesso muscolo cardiaco spesso logorato dal ‘superlavoro’ richiesto da un organismo che pesa il doppio di quello che dovrebbe. Questo solo per fare un breve elenco. In ogni caso il periodo di ricovero vuole anche segnare l’inizio di una nuova
vita.
Una sorta di rito di iniziazione…
Quasi. Durante il ricovero il paziente si separa dalle abitudini errate della sua quotidianità, si pone nuovi obiettivi e inizia ad apprendere come modificare il suo comportamento in modo da raggiungerli. In quei giorni c’è tempo per incontri individuali e di gruppo con i Medici, la Dietista e gli Psicologi. Questi incontri saranno ripetuti ambulatorialmente a intervalli di due mesi, sempre con lo stesso gruppo.
Insomma ci si ritrova sempre i ‘commilitoni’ conosciuti durante l’ospedalizzazione.
Esatto e questo crea un clima di simpatia che favorisce la adesione alla terapia, motiva a tornare – molti nostri pazienti abitano lontano da Pavia – e facilita lo scambio di esperienze e l’apprendimento in gruppo. È un percorso lungo. Uscire dall’obesità che è una condizione cronica è difficile. Non si finisce mai e questo vale per loro e… per noi medici.
Le ricadute sono frequenti?
Si, anche se caratterizzano soprattutto gli interventi brevi e intensivi i ‘dieci chili in venti giorni’. Noi privilegiamo una modifica di lungo termine delle abitudini alimentari e dell’esercizio fisico. Questo secondo obiettivo è difficilissimo da raggiungere. Negli anziani troviamo difficoltà oggettive, ma nei giovani obesi è presente una vera e propria cultura della staticità, dell’essere seduti. Una allergia a ogni forma di dispendio fisico.
Tutti gli obesi sono tali perché mangiano troppo?
Io non ho mai visto una persona divenire o restare obesa con una alimentazione corretta. Ci possono essere delle concause, è vero. Chi diventa obeso può essere affetto anche da una disfunzione tiroidea, ma se quando la tiroide va a posto, il grasso resta è segno che il problema non era solo la tiroide.
Obesi si nasce o si diventa?
Abbiamo un numero sempre maggiore di bambini e ragazze obese. In ogni caso dentro l’incredibile aumento dell’obesità: +25% in Italia dal 1994 a oggi, c’è di tutto: nelle donne mi pare di vedere un rapporto fra l’aggravarsi dell’obesità e determinati eventi del ciclo riproduttivo: il menarca, il parto, la menopausa. Nei maschi … il matrimonio
La chirurgia può aiutare?
Non escludiamo nulla. Ne le terapie farmacologiche che possono essere di appoggio, ne le tecniche chirurgiche. Sicuramente però il primo e principale passo è la volontà di modificare le proprie abitudini. Se questa manca, ricorrere a farmaci o a interventi chirurgici è inappropriato.
C’è polemica sul trattamento chirurgico dell’obesità…
Ci sono stati e ci possono essere abusi, interventi inappropriati o slegati da un contesto terapeutico di lungo termine. Ma la chirurgia bariatrica è una cosa seria. Il medico che cura la persona gravemente obesa ha quindi a sua disposizione delle armi che aumentano gli effetti della terapia comportamentale.
Quali sono queste armi?
Abbiamo il by pass gastrico, intervento chirurgico abbastanza complesso e invasivo, o il bendaggio gastrico regolabile che è più veloce e meno cruento. Purtroppo molti grandi obesi hanno problemi respiratori e non possono sottoporsi a questi interventi. In questi casi abbiamo avuto interessanti risultati con il ‘palloncino’ gastrico.
Di cosa si tratta?
Letteralmente di un palloncino che viene inserito per via endoscopica nello stomaco e gonfiato. Non è più invasivo di una normale gastroscopia e … funziona. Il volume dello stomaco si riduce e la sensazione di sazietà arriva prima. Attenzione però: questa opzione serve soprattutto a chi è obeso perché mangia molto a tavola. Non serve a chi spilucca continuamente o si alimenta con cibi ad altissimo contenuto calorico ma di volume scarso.
E come affrontare le persone che hanno un vero disturbo del comportamento alimentare?
Una delle cose che facciamo in ricovero è appunto diagnosticare i disturbi del comportamento alimentare soprattutto i binge eating desorder. Questi casi devono essere seguiti anche da psicologi e/o psichiatri.
Al lato opposto abbiamo persone obese che affermano di essere orgogliose del loro adipe…
L’obesità è una malattia seria e non capisco come si possa essere felici di una malattia. Credo che sia una maschera, una difesa forse comprensibile in questa società che da una parte esalta la magrezza, dall’altra invita a cibarsi senza limiti.

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3 risposte a Obeso? C’è poco da ridere

  1. AncientMariner scrive:

    … scusate se entro così…

    mmm.. non avete sentito parlare dei gruppi di sostegno alimentare Overeaters Anonymous?

  2. odiobotero scrive:

    si ne ho sentito parlare, ma non dalle mia parti. Comunque mi hai dato un’idea. Adesso lo metto fra i link

  3. AncientMariner scrive:

    per altri motivi mi sono avvicinata al gruppo.. poi proprio per motivi differenti ho deciso di non andare più.. però mi sono trovata bene, per quel poco…

    magari può essere di aiuto a quacuno..^^ ciao ciao

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