Obesità: ricerca italiana, il segreto è nei mitocondri

Fonte: www.agi.it

I mitocondri, gli organelli delle cellule responsabili della produzione dell’energia che serve al funzionamento di tutti gli organismi animali e vegetali, sono anche in grado di ridurre il peso e il grasso nelle persone sovrappeso od obese. “Cio’ implica il loro effetto diretto nella riduzione della mortalita’ legata alle malattie causate dall’obesita’, come diabete, tumori, ictus e infarti, e quindi rafforza il ruolo fondamentale di queste minuscole strutture cellulari”, ha detto Michele Carruba, Direttore del CSRO. Lo studio che ha portato alla conferma di quanto Carruba con i suoi collaboratori aveva gia’ pubblicato sulle piu’ autorevoli riviste scientifiche internazionali (Science, Journal of Clinical Investigation, PNAS) e’ stato presentato a Ginevra e pubblicato su Diabetes. Il titolo: ‘Il blocco dei recettori dei cannabinoidi promuove la mitocondriogenesi aumentando l’espressione della sintetasi dell’ossido nitrico (eNOS) negli adipociti’. “Gli adipociti presenti nel grasso viscerale sono responsabili di una serie di reazioni biochimiche che portano alla riduzione della presenza dei mitocondri all’interno della cellula, con conseguente minore produzione di energia”, spiega Carruba. “Cio’ comporta una reazione da parte dell’organismo che mette in moto due meccanismi volti a supplire alla mancanza di energia cellulare: maggior introduzione di calorie, sotto forma di alimenti, e minor dispendio energetico, con riduzione del movimento. Il risultato e’ un circolo vizioso che ingenera nuovo accumulo di grasso e quindi ulteriore sovrappeso e obesita'”, prosegue Carruba. “Avevamo precedentemente dimostrato – dice Nisoli – che alla base di tutto cio’ sta un enzima: l’ eNOS, che ha la funzione di stimolare la produzione dei mitocondri nelle cellule. Nelle persone sovrappeso od obese l’eNOS viene soppresso e si riduce la produzione di ossido nitrico (NO), si hanno meno mitocondri nelle cellule, quindi meno energia e si instaura il meccanismo illustrato da Carruba.
Oggi, studiando il meccanismo d’azione di un farmaco, il rimonabant, abbiamo avuto un’ulteriore conferma di tutto questo”, aggiunge Nisoli. “In pratica, somministrando questo farmaco ad alcuni animali sottoposti a una dieta ricca di grassi, e quindi, obesi, abbiamo dimostrato che gli adipociti del loro grasso viscerale continuavano a avere elevate concentrazioni di eNOS e a produrre mitocondri.
Contemporaneamente gli animali dimagrivano e si riduceva il loro grasso viscerale”. “Le implicazioni per la ricerca sono significative. Si aprono prospettive per sviluppare nuove generazioni di farmaci, a partire dal rimonabant, capaci di stimolare il metabolismo cellulare negli organi periferici, evitando cosi’ gli effetti a livello centrale”, conclude Carruba.

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