Obesità, quando un boccone tira l’altro

Fonte: www.dellamoda.it

Solo poche settimane fa, la salutare “scossa” di un maestro della provocazione a fin di bene come Oliviero Toscani, ha riportato al centro dell’attenzione il problema dell’anoressia, provocando un vivace dibattito che tuttavia ha finito per concentrarsi su aspetti tutto sommato secondari. Il tema centrale non riguarda il mondo della moda (a meno che non si pretenda di sostenere che gli omicidi sono figli dei telefilm violenti). È giusto dare ai giovani dei modelli positivi e probabilmente anche il fashion system può e deve fare sempre di più in questo senso, ma le cause legate al drammatico incremento dei disturbi di origine alimentare nelle giovani generazioni hanno radici più profonde.

Come già avevano fatto con l’anoressia in Figlie in lotta con il cibo, Roberto Ostuzzi e Gian Luigi Luxardi hanno da poco pubblicato un nuovo saggio, Un boccone dopo l’altro, che questa volta affronta il problema dell’obesità, l’altra faccia della medaglia. Forse persino più grave, perché riguarda centinaia di milioni di persone in tutto il mondo ed è drammaticamente in crescita soprattutto in Italia, dove il 30-35% dei giovani ne è colpito. Una percentuale quasi doppia rispetto alla media europea.

Il saggio, scritto da un medico specializzato in scienze dell’alimentazione e da uno psicologo e psicoterapeuta della famiglia, affronta il problema sotto un profilo pratico, con questionari, schede, grafici e tabelle motivazionali; strumenti utili a capire le origini del disturbo e porvi rimedio finché dura l’età dello sviluppo, cruciale per impostare uno sviluppo armonico del corpo.

Si tratta di una battaglia difficile, come racconta una testimonianza presa dal libro, che qui proponiamo in esclusiva, in cui le motivazioni personali giocano un ruolo fondamentale [Storia di una bambina obesa,  vd. post successivo]. Una battaglia che può essere vinta, con l’aiuto costante di genitori, familiari e amici. Un “lavoro di squadra” che fa sentire meno soli e aiuta a superare gli inevitabili momenti di sconforto.

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