Medicina/ Un gene virale colpevole di indurre l’obesità

Fonte: notizie.alice.it

Roma, 4 apr. (Apcom) – L’obesità potrebbe essere una malattia virale. A dirlo è un gruppo di ricercatori americani della Louisiana State University, Baton Rouge che stanno cercando di capire in che modo l’adenovirus-36, Ad-36, che si pensa sia responsabile di alcune forme di obesità, riesca ad indurre la crescita degli adipociti (cellule di grasso).

Lo scorso anno Nikhil Dhurandhar, coordinatore del gruppo, aveva dimostrato che Ad-36 induce la differenziazione di cellule precorritrici in cellule di grasso e che può promuovere l’obesità nell’uomo e negli animali. Ora, con l’attuale ricerca, pubblicata su International Journal of Obesity e riportata oggi da New Scientist, è andato avanti nel suo lavoro e dimostra, che ad innescare questo processo di differenziazione sarebbe un solo gene virale. Una scoperta che, un giorno, potrebbe rendere possibile curare l'”obesità virale”, alterando la funzione di questo singolo gene.

Dhurandhar, insieme ai suoi colleghi, ha ingegnerizzato cellule staminali estratte da grasso umano per indurle ad esprimere un solo gene da Ad-36, chiamato E4 ORF-1. Infatti, come lo stesso Dhurandhar ha potuto constatare, queste cellule si differenziavano più facilmente in adipociti, rispetto a quelle che non avevano espresso il gene. Quando, poi, è stata bloccata l’espressione del gene E4 Orf-1, nelle cellule infettate dal virus Ad-36, queste hanno smesso di differenziarsi in adipociti. E’ la prova, dicono gli scienziati, che questo singolo gene da solo è necessario e sufficiente per la differenziazione in cellule di grasso. Ora, l’auspicio è quello di poter, un giorno, essere in grado di bloccare l’azione di E4-ORF-1, nell’uomo, per impedire al virus di indurre l’obesità.

Ma il gene come la classica medaglia ha il suo rovescio. Questa volta positivo, in quanto sembra che sia in grado di indurre le cellule a rispondere bene all’insulina; una funzione che potrebbe essere utilizzata per progettare farmaci utili per curare il diabete di tipo 2, anche se si spera che i ricercatori riescano a scoprire, prima, il modo di dividere le due funzioni: quella che induce l’obesità e quella utile per il trattamento del diabete di tipo 2.

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