Le abbuffate per ansia e stress

Fonte: www.dietologica.it

Abbiamo visto che in realtà è “facile” poter evitare Le abbuffate per fame: basta non affamarsi, non seguire regimi inventati o l’ultima dieta letta sul giornale e non si arriverà mai al pasto con fame tale da “mangiarsi un bue”.

Più difficile è evitare le abbuffate dovute a cause psicologiche. Quelle dovute a: “La mia non è proprio fame, è più voglia di qualcosa di buono…”.
Innanzitutto bisogna identificare la causa e questo è già un lavoro difficile. C’è chi è felice e mangia, chi è depresso e mangia, chi è ansioso e mangia, chi è annoiato e mangia… la lista potrebbe estendersi all’infinito.
Una volta identificata la causa ci sono varie alternative, ognuno deve trovare la sua! Facciamo un esempio:
mangio di ritorno dal lavoro
Il problema potrebbe essere noia (no so che fare), stress da lavoro (giornata pesante), ansia (esame allle porte, problemi sul lavoro, problemi con un famigliare) o altro.
Se individuo il problema abbuffata come rientro dal lavoro devo lavorare su quello.
Posso organizzarmi ed andare due sere alla settimana in palestra senza passare da casa. Già su 5 sere,  2 sono sistemate.
Una sera posso andare a fare la spesa, così evito il caos del we. Terza sera organizzata.
Magari entro in casa e faccio subito una doccia, o telefono all’amica, o riordino o leggo o… Insomma mi tengo occupata. Volete altre idee?
Se sono in casa tutto il giorno e mangio per noia, cerco di occupare il mio tempo dedicandomi ad un hobby. Se mangio per tensione, perchè magari sono in casa a preparare un esame, meglio andare a studiare in biblioteca.
Se mangio la sera sul divano è perchè magari mi devo rilassare da una giornata pesante.
Cerchiamo di individuare cosa causa questo peso e evitiamolo.
Lo sport stempera lo stress e scatena endorfine naturali per combattere questi periodi: ne avevamo parlato in questo articolo Dieta e Sport, ricordate?
Fare sport vi renderà di buon umore e non vi abbufferete.
Dovete però trovare lo sport giusto: non quello che vi fa bruciare di più, ma quello che vi mette di buon umore!
Se capita comunque di abbuffarsi, non piangete, ma sfruttate l’occasione epr capire se era dovuta a fame vera e propria o a qualche altro motivo: così si può evitare la prossima abbuffata.
Sedetevi e riflettete sulla cosa: mettere la testa sotto la sabbia non serve a molto…
Se volete qualche altra idea chiedete pure…

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3 risposte a Le abbuffate per ansia e stress

  1. anonimo scrive:

    Abbi pietà, ma se fosse davvero così facile credo che ci sarei riuscita anch’io! Da qualche parte tutto questo dolore dovrò sfogarlo e non c’è niente ci piacevole quanto un’abbuffata, neanche il sesso, per me. Sono contenta per tutti coloro che non vivono così, non vi vorrei nei miei panni davvero; essere circondata da altre persone infelici non mi renderebbe più felice, vorrei solo essere sopportata, se non capita.

  2. Layla24 scrive:

    \”Innanzitutto bisogna identificare la causa e questo è già un lavoro difficile. C’è chi è felice e mangia, chi è depresso e mangia, chi è ansioso e mangia, chi è annoiato e mangia… la lista potrebbe estendersi all’infinito."

    Pare che l’unica cosa che hanno in comune tutte queste persone e tutti questi diversi moventi (o stati d’animo) sia solo la pura semplice fame, intesa come stimolo chimico più o meno forte che per qualche ragione può essere sballato, troppo frequente, tarato in modo \”anomalo" o comunque, frutto di un fisico stupidotto che crede di avere bisogno di calorie proporzionali alla sua stazza o alla grandezza dello stomaco.

    A mio parere il non riuscire a vietarsi il frigo è qualcosa di più fisico che mentale, fermo restando che la mente – a patto di sforzi anche sovraumani – può imporsi su questo geneticamente ancestrale istinto di nutrizione.

    Poi, è verissimo che impegnarsi in altro, uscire, stare in posti senza cibo, fare sport, aiuta a non svuotare la dispensa: mi sembra però più un discorso di strategia che di psiche. Sono strategie equiparabili al lucchetto sul frigorifero, sicuramente meno frustranti! 🙂 Non capisco perché premettere sempre, quando si parla di obesità, che l’obeso si inventa una fame che non c’è davvero, che l’obeso reagisce col cibo a situazioni di stress dolore sofferenza malattia (in pratica a tutto: come dire che usiamo la vita come una buona scusa per mangiare nutella :))
    Non mi sembra il massimo, visto che poi comunque le soluzioni più efficaci sono fisiche (cibi che saziano e stoppano gli sbalzi glicemici, verdure che riempiono, cereali che impegnano lo stomaco), mediche (terribili, ma efficaci i medicinali anoressizzanti), persino brutalmente chirurgiche – oppure sono terapie psicologiche che puntano a sviluppare la famigerata forza di volontà e soprattutto contrastare un istinto tanto irrazionale da risultare dannoso.

    Ma sicuramente starò ignorando il problema e nascondendo la testa sotto la sabbia… Peraltro non credo serva un alibi psicologico per mangiare troppo. O per smettere di farlo.
    Le emozioni possono far perdere il controllo razionale sul cibo, ma se non sei fisicamente predisposto mangiare non è la prima opzione (anzi, di solito il dolore chiude lo stomaco e lo stress fa perdere peso e quando sono felice vivo d’aria e d’amore: perché mai tutti gli obesi dovrebbero in qualche modo sfuggire a queste regole? Forse perché il vero responsabile non risiede nell’area cerebrale delle emozioni…)

  3. odiobotero scrive:

    La tua osservazione è interessante, Layla, tantopiù che è da anni che sono in analisi ma di forza di volontà non se ne è mai parlato…
    Posso rubarti la frase per la nutella e scriverla nell’intestazione del blog?

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