La voce del brutto

Ho trovato un altro termine per chiamare Solochenonnvomito: iperfagìa. L’ho trovato su questo post  del blog Macchianera. Si intitola “Io non volevo parlarne, ma…”, scritto da Dandyha e risale al 22 novembre scorso. Parla specialmente di anoressia e bulimia, ma la protagonista ha passato anche una fase, appunto, di iperfagìa. Lo scritto è tutto molto interessante, ma ne riporto alcuni stralci (in corsivo blu) che riguardano Solochenonvomito.“Non fatemi vi prego commenti sul vittimismo perché sappiamo bene tutti cosa intendo con la mia frase precedente, che non mi davano da magiare e il resto, e lasciate che sia superflua una spiegazione del tipo no – non – come – i – bambini – in – africa – di – cui – mi – dispiaccio – molto – ma – ai – quali – sinceramente – non – posso – dare – aiuto – concreto – ho – già – i – miei – cazzi – a – cui – pensare (che poi è esattamente quello che pensano quasi tutti solo che fa figo commentare qua e là dicendo vai in africa a fare volontariato vedrai che ti torna la fame).”Nel mio caso mi dicono (a parole o con lo sguardo): “Ma non ti vergogni di essere così grassa quando c’è gente che muore di fame?” A questa gente a volte trovo il coraggio di rispondere che se fossi (o anche se loro fossero) un morto di fame, sarei felice di essere grasso.
D’altra parte ve lo ricordate il film di Verdone Sette chili in sette giorni? Tra i clienti della clinica dimagrante c’era anche un cardinale che doveva occuparsi degli aiuti in Africa e si vergognava di andarci così grasso.
Anche io, ammesso che avessi i soldi per fare viaggi così lunghi, non avrei mai il coraggio di andare  a fare le vancanze in Africa, anche se ovviamente i posti in cui si muore di fame non sono certo mete turistiche….

“Due anni facendo solo colazione, e sono scoppiata. Avevo fame di tutto, avevo fame di pane, di biscotti, avevo fame di tutta la vita che mi ero dimenticata per dedicarmi anima e corpo e ancora anima ad essere la migliore, ed essere perfetta. Ho recuperato tutto con gli interessi, da quando ho messo in bocca e ho sentito sulla lingua la prima briciola di biscotto non ho più smesso di desiderarli. Biscotti più dell’amore. Mi sono mangiata tutto, mi sono mangiata la scuola, le persone, mi sono mangiata paste e biscotti insieme col sesso e con le lacrime. Ingorda di tutto. Di parlare, di mangiare. Di parlare con la bocca piena. Sono ingrassata in tre anni più di quanto ero cresciuta in 16 anni dalla mia nascita. La disgustosa sensazione di continuare a mangiare quando tutti si fermano, di dover andare in un’altra stanza per rifuggire gli sguardi spietati di sospetto, poi di disgusto, poi di preoccupazione, poi di rabbia e poi di rassegnazione. Imparare a vedere cosa vuol dire sentire i propri genitori poco prima ignari di tutto e orgogliosi di te e del tuo fisichino piangere nella stanza accanto perché si sono accorti che qualcosa in te comincia a non andare e dubitano che tu vomiti, ma in realtà non stai vomitando, stai mangiando e basta, e vorresti più di ogni altra cosa al mondo vomitare.”

Questa qui è la fase di  solochenonvomito, seguita da quella di vomitopure (bulimia). Anche io sto “mangiando e basta”. Non voglio vomitare eppure a volte mi ritrovo ad essere invidiosa di quelli che lo fanno.

“Soffro molto, l’unico esorcismo è lo scrivere, ecco perché capisco, non giustifico, ma capisco tante di quelle ragazze che per disperazione e non per moda, non per capriccio, cercano nella scrittura di un blog, insieme conforto, ma anche insulti, purché sia una voce. Purché ci sia da qualche parte qualcuno, tra mille persone indignate, qualcuno che invece gli dirà che prova la stessa cosa e sta cercando anche lei una soluzione facile al dolore della crescita mettendosi a dieta, raggiungendo un tot di chili e allora avranno trovato una fede in comune non importa quanto sbagliata.

Ecco: io non scrivo per trovare qualcuno che mi conforti nel mio impegno di abbuffarmi (come non lo fa Dandya nel post). D’altra parte un sintomo decisivo per diagnosticare questa “malattia” è appunto il fatto che non si è contenti di quello che si fa.
Io, almeno in questo momento, non scrivo per “trovare una voce”, ma perchè qualcunaltro la trovi:  mi trovi. ..trovi anche la voce del “cattivo” e del “brutto”, e si faccia un’idea.

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2 risposte a La voce del brutto

  1. gotmyashpipe scrive:

    ti sono vicina . ora dopo l’ennesima abbuffata. e poi sempre in mezzo alla gente , sul lavoro , con chi dovrei essere espansiva e non riesco.

    scusa. poco tempo per spiegarti quanto ti sono simile nel dolore che provi…comunque sì. Ti sono vicina.

    Giulia

  2. InfynitaBurrosa scrive:

    ci sono anche io, e ne parlo, a volte, nn sempre, coraggio, dobbiamo solo avere coraggio e nn mollare, anche dopo le ricadute:)

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