Ce la faccio da sola

Sono sempre stata orgogliosa del fatto che “ce la faccio da sola”. Eppure sempre più spesso mi chiedo se questo orgoglio non serve a mascherare il fatto che in realtà non sono io che non chiedo aiuto, ma gli altri che non me lo offrono.
Faccio kilometri in treno con valigioni marocchini, e ce la faccio da sola. E mi fa rabbia vedere la ragazza coi pantaloni attillati di turno, a cui qualcuno ha portato sul treno quel meraviglioso, minuscolo trolley con le farfalle rosa sopra. Qualcuno glielo poserà con delicatezza sul ripiano del treno. Qualcuno glielo porterà giù all’arrivo, e qualcuno lo scenderà dal treno. Poi lei si appoggia con sguardo intenso al suo microcompagno rosa: tempo qualche secondo e qualcuno arriva sbracciandosi, la abbraccia e le dice: “Fai portare a me la valigia: sarai stanchissima!”
Perché a me non succede mai? Quelle sporadiche volte che qualcuno si è offerto di aiutarmi era perchè aveva una visibilissima paura che gli cadesse la valigia addosso mentre la sistemavo sul ripiano. Allora ho rifiutato orgogliosamente e  ho detto “ce la faccio da sola”. Oppure non l’ho detto ma la rabbia mi ha centuplicato le forze e poi ce l’ho fatta davvero, dimostrandolo con i fatti.
Perché rabbia? Perché tutto questo mi da l’idea che la gente (e i maschi in particolare, di qualsiasi età e ceto sociale) ti offrono aiuto quando in fondo pensano male di te: sei una donna e non ce la fai o se ce la fai sei troppo inbranata per farlo. Se sei brutta ti guardo con disprezzo e penso solo alla mia salvezza personale, se sei una gnocca allora prendo l’iniziativa e ti aiuto, perchè in fondo te lo meriti.
Bella vita allora quella delle belle! Ti aiutano perchè c’è un atavico e implicito patto: tu coltivi la tua imbranatggine così affascinante e io in compenso supplisco alle tue deficienze. Ti amano, in fondo, perchè ti disprezzano. Lo sapete che secondo gli scienziati i tacchi sono sexy perchè danno un’andatura traballante, quindi malata, quindi debole?
Ma non è neppure questo. Non è solo una questione di maschilismo. E non è che tutti i galantuomini che ci sono in stazione ci provano. E nemmeno quelli che aspettano alla stazione le viaggiatrici sono sempre fidanzati. Possono essere parenti, amici, magari anche amiche. Perche a me non c’è mai nessuno, lì, alla fine del binario o in attesa sulla panchina? E’ che io non ho rapporti umani, o perlomeno non abbastanza, e quindi nessuno lo fa per affetto, nè perché sono un bene in pericolo, da proteggere.
Magari quando mio padre o mio fratello mi vengono a prendere, magari a tarda sera, lo fanno per affetto ma mi aspettano in macchina perchè la mia merce non vale abbastanza e non c’è pericolo che mi accada qualcosa. E poi ce la faccio da sola: lancio la valigia da sopra la scaletta del treno, scendo e risalgo la scala del sottopassaggio, sbuco col fiatone in stazione e nessuna fra le facce che scrutano i passeggeri in arrivo mi viene incontro.
Prendo fiato un attimo cercando di non ostacolare gli abbracci altrui in mezzo alla scala. Esco fuori e scruto, io scruto, per vedere dov’è la macchina. Mi avvicino, alzo stancamente un’ultima volta la valigia per metterla nel bagagliaio e mi siedo. Non so se tirare un sospiro di sollievo perchè ancora una volta ce l’ho fatta da sola o mettermi piangere perché DEVO farcela da sola.

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6 risposte a Ce la faccio da sola

  1. anonimo scrive:

    è incredibile ti capisco nel modo più assoluto!!

    t invio un abbraccio enorme

  2. veryfatgirl scrive:

    Per quattro anni ho fatto su e giu dai treni, con tanto di valigiona pesante e ho sempre invidiato le ragazze con la valigetta piccola, che ci ficcano un intero guardaroba e via, di mio li dentro ci entrerebbe si e no il pigiama e stop..e viaggiare pesanti soprattutto se lo si fa spesso è frustrante….considerando che non in tutte le stazioni ci sono ascensori o scale mobili! Ovviamente se sei bellina ci sarà sempre il militare di turno o chi per lui che con una manata afferra te e la valigia e ti sale sul treno….se invece sei cresciuta seguendo correnti artistiche particolari, vedi botero, la cosa si complica..nessuno ti aiuta perchè molte persone pensano: sei grassa e quindi ce la fai! In piu con la ragazza bellina alla fine ci puo pure scappare qualcosa, almeno due piacevoli chiacchiere durante il viaggio, io se invece le chiacchere te le voglio proprio regalare, tu non le vuoi!sei grassa, la valigia è grossa e quindi pesante per cui ti passano davanti e fanno finta di niente, anche se hai preso a minacciare la valigia come se fosse una persona.

    Perciò come ogni animale di questa terra mi sono dovuta adattare all’ambiente, quindi quando si sale sul treno, si carica prima la valigia e poi si sale, quando si scende dal treno, prima scendi tu e poi butti giu la valigia onde evitare pessime figure come cadere sui binari davanti agli occhi sbalorditi di altri viaggiatori che faranno di cio l’aneddoto piu succulento del loro viaggio!

  3. anonimo scrive:

    Sono obesa da parecchio, ma non mi sono mai fatta problemi con le valigie. Sarà che per carattere non mi aspetto mai niente da nessuno e bisogna anche considerare che la gente è piuttosto menefreghista. Comunque tutte le volte che mi sono messa in viaggio non ho visto tutto questo aiuto offerto alle belle e magre. Dirò di più, se mi vedono in difficotà con valigie od altro, gli uomini si sono offerti più volte di aiutarmi, io accetto e ringrazio con un sorriso.

  4. EderaBlu scrive:

    Non viaggio molto. I viaggi mi sfiancano, mi debilitano… Sono una cicciona molto molto delicata.

    Ma in quelle rare occasioni in cui mi è capitato di saltare su un treno, o di prendere l’autobus, ho incontrato quasi sempre qualcuno che si sia offerto gentilmente di aiutarmi con le valigie. Io sono grata a quelle persone – a quel signore dallo sguardo buono e stanchissimo che aveva già le sue, così pesanti, eppure… O a quel ragazzone di colore che mi ha ceduto il suo posto in autobus… – perchè DAVVERO senza il loro aiuto sarei giunta a destinazione in coma da stress. Ma soprattutto per quel senso di dolcezza che solo un gesto gentile e disinteressato può infondere.

    Io sono una sentimentale patologica, e queste cose mi commuovono fino alle lacrime.

    Tutte le volte in cui mi sono trovata in difficoltà in simili situazioni e non c’era nessuno disposto ad aiutarmi… era perchè NON VOLEVO essere aiutata. Volevo essere lasciata da sola. Volevo che se ne andassero tutti a f…

    E il mio sguardo lo urlava, anche se le mie labbra erano serrate.

    E’ un meccanismo di difesa e di rifiuto verso il perfettissimo resto del mondo che purtroppo abbiamo spesso, noi ragazze sfortunate.

    Senza rendercene conto, senza volerlo, a volte, alziamo barriere di paura e di rabbia tra noi e gli altri.

    Un bacio.

  5. anonimo scrive:

    sei forse una scrittrice in erba? mi è piaciuto ciò che hai scritto e come lo hai scritto, ma nn ho capito se si tratta di realtà o di pseudo-romanzo…cmq: scrivi molto bene

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