Adolescenti: la scarsa autostima è un fattore di rischio per l’obesità

Fonte: www.corriere.it

NEW YORK – Le adolescenti che si sentono impopolari tendono a ingrassare. Piove sul bagnato insomma, almeno stando a sentire i risultati di una ricerca pubblicata sugli Archivi di medicina pediatrica e dell’adolescenza e realizzata dal dipartimento per la Salute di New York. Lo studio è stato condotto su un campione di 4.400 ragazze statunitensi tra i 12 e i 18 anni. Alle «cavie» è stato chiesto di giudicare il proprio apprezzamento sociale in una scala da 1 a 10. Il dato relativo all’autostima è stato poi ricalibrato tenendo conto di altri fattori quali il reddito famigliare e l’indice di massa corporea. Due anni dopo il test di autovalutazione le stesse ragazze sono state riportate sulla bilancia e i ricercatori hanno trovato questo risultato: le adolescenti che si ritengono impopolari (e hanno dato a se stesse un voto inferiore o uguale a 4) hanno il 69 per cento di possibilità in più di guadagnare peso rispetto a chi invece ha – o crede di avere – consenso sociale. Circa il 2 per cento di massa corporea.

CAUSA-EFFETTO – I risultati confermano una convinzione già radicata tra gli esperti dei disturbi dell’alimentazione: fattori emotivi e sociali influiscono pesantemente sull’obesità tra i più giovani. Secondo alcuni, come Goutham Rao, direttore del centro per l’obesità dell’ospedale infantile di Pittsburgh, la ricerca è importante nella misura in cui stabilisce che la relazione tra la mancanza di auto-stima e l’aumento di peso è consequenziale. Altri invece continuano a rimanere scettici. Tra questi la professoressa della Purdue University (Indiana), Judith Myers-Walls, che non ritiene risolta dalla ricerca il dilemma causa-effetto. È la storia dell’uovo e della gallina: le adolescenti ingrassano a causa della scarsa autostima o hanno poca considerazione di sé a causa del peso eccessivo?

AUTOSTIMA – A suggerire una soluzione al problema evidenziato dalla ricerca è una delle coautrici e allo stesso tempo cavia. Adina Lemeshow, ora ricercatrice presso il Dipartimento per la Salute di New York, che due anni fa era una studentessa scelta per l’esperimento. «Nella prevenzione e lotta all’obesità può dimostrarsi molto utile adottare terapie che si concentrino anche sulle abilità personali delle adolescenti, e più precisamente sulla loro capacità di affrontare sfide e problemi del vivere sociale».
Il problema degli adolescenti obesi negli Usa ha raggiunto livelli impressionanti: in base a uno studio realizzato dall’Associazione dei medici americani nel 2006, tra il 1999 e il 2004 il numero di ragazze obese è aumentato del 15 per cento circa. Un’indagine stima in 127 milioni di dollari l’anno i costi dell’obesità che gravano sul servizio sanitario nazionale Usa, tre volte di più rispetto a venti anni fa.

Gabriele De Palma

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